Meditazione

La Meditazione che viene insegnata nei nostri corsi si richiama agli insegnamenti metafisici e viene praticata così come Swami la propone nei suoi insegnamenti.

La meditazione negli Insegnamenti di Sai Baba
 

Parte 1

Autore: Munnia, Pino

Molti di noi, seguendo il consiglio di conoscere se stessi, hanno invertito la rotta; dei sensi, indirizzando tutte le attenzioni verso l'universo che c'e' dentro di noi, contrariamente a quanto abbiamo fatto finora che cercavamo le cose "all'esterno".

Il discorso allora abbracciava due grandi ed importanti argomenti: la MEDITAZIONE e la VISUALIZZAZIONE.

A tal proposito ognuno incominciava ad avere dei dubbi e delle perplessità: Da dove iniziare? Come iniziare? Qual'e' la migliore tecnica da seguire?

Essendo l'argomento immenso; e per niente facile mi sono addentrato nella ricerca di qualcosa di valido e di sicuro fra le miriadi di esposizioni che esistono in merito all'argomento: In tal senso, abbiamo per ora scelto alcuni testi di SAI BABA e successivamente vedremo anche cosa ci consiglia Douglas Baker in merito ad un argomento cosi' tanto trattato e mai approfondito: la MEDITAZIONE.

A tal proposito, sperando di fare cosa gradita, iniziamo una serie di trattati sulla meditazione esaminando il pensiero di SAI BABA sull’argomento ed i Suoi consigli per raggiungere risultati concreti ed efficaci.

Se c'e' in mezzo a noi qualcuno che ci ha gia' rinunciato per scarsita' di risultati e' l'ora di tranquillizzarsi perché SAI BABA dice:

"Molti vengono a lamentarsi da Me dicendo: Swami sono dieci, vent'anni che pratico la Meditazione, ma non ho avuto la visione di Dio nemmeno per un istante." E Io chiedo loro: "Su che cosa avete meditato in tutti questi anni? Come fa Dio a trovare un posto nella vostra mente se essa è in contemplazione di tanti oggetti irrilevanti? E poi, avete coltivato amore? avete sviluppato compassione? Ci sono templi in cui Dio ama porre la propria dimora. Avete invece sviluppato l'egoismo; per questo Dio non vi Si mostra." (SSS XI, 1 83)

 Pare infatti che la maggior parte di noi ci rinuncia proprio perché i risultati tardano a venire.

A tal proposito SAI BABA ci ammonisce di non cadere nell'errore comune di affrontare la meditazione con l'ansia di avere tutto, tanto e subito ad impedire l'acquisizione di quel livello evolutivo, che solo un paziente e perseverante lavoro pur dare.

"Nella maggior parte dei casi - ci ammonisce Swami - la Meditazione viene interrotta a causa delle preoccupazioni e delle ansie prodotte dai propri parenti e dalla ricerca di ricchezze." (SSS X, 256)

 Un altro errore che commettiamo e' di confondere il vero significato della meditazione.

A tal proposito Sai Baba afferma che... "La corretta meditazione è l'immersione di tutti i sentimenti e di tutti i pensieri in Dio. Le persone capaci di questa meditazione sono rarissime; la maggior parte si limita ad esercizi esteriori. Perciò i più non si trovano nella condizione di ottenere la Grazia Divina;".

 Di solito la gente, quando parla di meditazione, intende riferirsi ad un luogo particolare, a posizioni da assumere, a cose da farsi e a tempi da osservare. Tutto ciò non rappresenta che l'inizio. Il fine della meditazione è quello che va sotto il nome di "Sahaja Vasta", ossia la condizione in cui tutte le azioni partono da una coscienza divina anziché dalla mente individuale.

Lo stare seduti in meditazione è solo un inizio. Baba ci dice che la vigile attenzione sul nostro spettacolo interiore dovrebbe costituire la quotidiana disciplina di chi ha optato per una vita spirituale.

 La meditazione rappresenta, per così dire, la costruzione di una barca, che sarà in grado di farci attraversare con sicurezza il turbinoso mare delle nostre esperienze di vita e di condurci all'altra sponda. L’"altra sponda" è la Realizzazione del Sè, la Realizzazione di Dio, la Liberazione, la Scarcerazione, l'Illuminazione, il "Nirvana": tutti questi termini hanno lo stesso significato e stanno ad indicare la fusione del particolare nell'Assoluto.

E’ di fondamentale importanza rendersi conto che "meditazione" significa "fusione del particolare nell'Assoluto".

 Baba afferma: "Quando l'esistenza è Assoluto, tutto è perfetto. Quando invece si scinde in particolari, allora c'è l'errore. Questa è tutta la verità."

 Fin qui sembrerebbe tutto facile ed ognuno di noi, francamente ha l'impressione di aver raggiunto...la tanto sospirata vetta. Invece ritornano i soliti problemi: Da dove iniziare e come fare se in testa, durante la meditazione ci frullano mille idee e mille pensieri? Qualche altro si domanda: E' da un ora che assumo questa posizione, ma...sto veramente meditando o mi sono addormentato? :-)) Come si capisce se si e' in meditazione? Sai Baba dice che prima di tutto (e conviene sottolineare prima di tutto;) BISOGNA ammansire la mente: quella famosa scimmia pazza, come la chiama scherzosamente LUI. Lavoro per niente facile. A tal Egli afferma: "Non è così facile! E’ difficilissimo. Innanzitutto bisogna ammansire la mente. è proprio come un elefante selvaggio nella foresta. Bisogna catturarla e addomesticarla. Una volta soggiogata e domata, la mente è come un elefante da circo, che pur essere indotto da un ragazzino a stare su un piccolo sgabello. E questo è il risultato di allenamento e pratica;".

 Come Egli ci ricorda: la mente è propensa ad accumulare esperienze e ad immagazzinarle nella memoria. La mente non conosce l'arte di abdicare: nulla da essa viene ricusato. Non concede nemmeno una piccola pausa tra un pensiero e l'altro, e nella serie intermittente di pensieri non c'è ordine né relazione. Meditazione è il nome adatto ad indicare un periodo di riposo per questa mente indaffarata e ribelle.

 Quindi, cari amici, ecco il primo passo INDISPENSABILE per poter procedere: FERMARE la mente, o quanto meno porla al nostro servizio, (...anziché essere noi al suo servizio!). Molti meditano utilizzando la mente e pensando l'oggetto della meditazione. Baba a questo punto ci viene incontro con una preziosa quanto spiegazione (differenza fra CONCENTRAZIONE, CONTEMPLAZIONE e MEDITAZIONE):

"Ogni volta che nell'azione vengono interessati la mente, l'intelletto ed i sensi, è in atto la concentrazione, senza la quale non potreste nemmeno camminare. Non ha bisogno di un particolare esercizio. Essa sottostà ai sensi, mentre la meditazione sovrasta l'attività sensoriale. Tra concentrazione e meditazione, a guisa di confine fra le due, sta la contemplazione. Dalla concentrazione si passa alla contemplazione ed infine alla meditazione. Finché uno pensa "Sto meditando", c'è attività mentale e non meditazione. Finché si è coscienti di meditare, non si medita. Assorti in Dio, si accantona ogni forma e ci si fonde in Lui. In quel processo, l’attività mentale cessa spontaneamente."

 A questo punto ci viene spontaneo chiederci: Quante volte abbiamo veramente fatto la meditazione? Allora da quanto letto sopra adesso sappiamo che ogni qualvolta stiamo pensando vuol dire che NON stiamo meditando! Ovvio direte voi eppure ho letto in questo libro di SAI che ci sono più di un milione di persone in meditazione a gambe incrociate e nessuno ottiene la liberazione dalla schiavitù. A che serve tutto ciò?; Probabilmente a ...perdere un po' di tempo prezioso. Forse non tutti sapevamo effettivamente cos'e' la vera meditazione...

Adesso, dopo aver trattato i punti chiave per una corretta meditazione, vorrei concludere riportando alcuni consigli per essere sicuri di ottenere i risultati sperati:

 

LA MEDITAZIONE SULLA LUCE

(suggerita da SAI BABA)

 

Sai Baba ci consiglia di usare come oggetto di concentrazione la luce di una candela, (successivamente, una volta completato il lavoro, riportero' testualmente l'intero capitolo; per adesso sono costretto a limitarmi ad alcuni cenni presi qua e là)

Quindi, assunta la posizione ritenuta più comoda (vedremo in seguito quale, l'importante e' che la schiena sia ben dritta per permettere alle correnti di circolare), concentrarsi sulla luce di una candela. Poi visualizzare questa fiamma che entra dentro di noi e ci purifica; vediamola dentro gli occhi, nelle mani, entrare dentro di noi. Si porta innanzitutto la fiamma al cuore, concepito come un fiore di loto i cui petali stanno per dischiudersi. Poi si porta la fiamma alle altri parti del corpo. Non c'è una sequenza obbligata, ma è importante che la zona conclusiva sia la testa. Qui la fiamma si espande a forma di corona, che custodisce e protegge il capo. La luce, poi, viene portata fuori, dal particolare all'universale. Mandatela a parenti, amici, nemici, alberi, animali, uccelli, finché l'intero mondo con tutte le sue forme viene visto nell'estensione della medesima luce che c'è in voi. L'idea è quella di portare la luce nella fase universale, ossia di vedere la stessa luce divina all'interno di ognuno, in ogni cosa e in ogni luogo. Per imprimere questa universalità nella mente, si fa espandere la luce fuori dal proprio corpo. Quanto più profondamente ci si inoltra in questo mondo, tanto maggiore è la comprensione di quanto accade nella meditazione: il pensiero della luce si dissolve e subentra l’oblio della propria corporeità e, quindi, l'esperienza diretta di non essere il corpo. Questa è la fase della contemplazione, nella quale si dimentica totalmente il corpo. E’ una condizione che non può essere forzata; viene da sé ed è il livello che viene dopo una corretta concentrazione.

 Visualizzare la luce e spostarla qua e là serve a far lavorare la mente, a tenerla occupata nella giusta direzione, in modo che non venga turbata da questo o quel pensiero che sarebbe di ostacolo al processo del suo progressivo calmarsi.

 Diffondere la luce nell'Universo, mandarla a tutti gli altri corpi fino a perdere la coscienza del proprio, è lo stato di "contemplazione". Con l'approfondirsi della contemplazione, si entra, senza un particolare atteggiamento volitivo, nella fase meditativa, che non è mai il risultato di uno sforzo. Finché il meditante è conscio di sé e della sua meditazione non medita affatto, ma si trova ancora nella fase preliminare, all'inizio della concentrazione.

 Ci sono dunque tre fasi: concentrazione, contemplazione e meditazione. Quando la contemplazione diviene profonda, si traduce con naturalezza in meditazione e quest'ultima è completamente al di sopra dell’attività sensoriale. Nello stato di meditazione, il meditante, l'oggetto della meditazione ed il processo meditativo svaniscono: c'è solo l'Uno, e quell'Uno è Dio. Tutto ciò che è soggetto a mutamento si dissolve ed esiste solo la condizione del "Tat Tvam Asi": Tu sei Quello.

 Infine, rientrati nel normale stato di coscienza, si ripone la fiamma della candela nuovamente al centro del cuore, per tenervela accesa tutto il giorno.

Sai Baba inoltre ci ricorda che qualsiasi tecnica, qualsiasi nostra azione se non e' supportata dall’AMORE incondizionato verso il nostro prossimo e' solo ...perdita di tempo!!!

Munnia, Pino

 

La meditazione negli insegnamenti di Sai Baba - parte seconda

 

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